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Parla Pachera, dirigente dell'istituto di Asola: «La necessità ci ha mostrato le potenzialità della tecnologia»

ASOLA
Giordano Pachera, alla guida dell'Istituto Superiore Giovanni Falcone che vede unite le scuole superiori di Asola e di Gazoldo degli Ippoliti, esprime un concetto forte su questa situazione che l'istituzione scolastica sta vivendo. «Questa emergenza, inattesa e che ci ha visto, per certi versi, impreparati, ci ha però fatto capire che una nuova scuola è necessaria e dovrà essere pensata». Per Pachera, infatti, «tutti abbiamo sperimentato sul campo delle novità importanti.
La Didattica A Distanza ci ha fatto vedere le potenzialità della tecnologia. In questo, il Falcone ha fatto quello che hanno fatto anche altre scuole: attivato aule virtuali, fatto lezioni in video, utilizzato la piattaforma di Google, di Spaggiari e altre tecnologie similari.
Quello che però mi preme evidenziare è l'approccio degli insegnanti, dei ragazzi e della ragazze, e della famiglie».Pachera tiene a precisare che queste componenti hanno fatto davvero la differenza. «Quello che è emerso è un forte senso di responsabilità di tutte e tre queste componenti e che mi è stato testimoniato, in vario modo, da tutte e tre le categorie. All'inizio dell'emergenza, infatti, quando ancora si stava definendo come si poteva procedere, c'erano già insegnanti attivi con tecnologie note - dalle mail a whatsapp, dal registro elettronico a software come weschool - a testimonianza di come i docenti si siano subito messi in gioco».
La scuola, però, è fatta dai e per i ragazzi e le ragazze, «e questi hanno dimostrato a loro volta un forte senso di attaccamento all'istituzione non solo per i voti e per le competenze che fornisce, ma come luogo di confronto e di dialogo.

Ci sono classi che si sono organizzate autonomamente con i docenti e hanno cominciato subito a lavorare. Allo stesso tempo i genitori hanno capito e colto questo sforzo, e sono arrivate delle lettere di ringraziamento e solidarietà».Come scuola, ricorda Pachera, «abbiamo fatto ciò che potevamo, mettendo tutti i nostri computer a disposizione di chi aveva bisogno, dato che eravamo nel mezzo del rinnovo della nostra dotazione tecnologica, senza dimenticare che avevamo anche subito un grave furto».
Ora la scuola è chiamata a completare l'anno e a pensare al futuro. «Il momento della votazione è questione delicata e importante. Allo stesso tempo non possiamo non tener conto di fattori oggettivi - le difficoltà, di ogni natura, delle famiglie - e allo stesso tempo di componenti che si aggiungono alle tradizionali competenze, cioè la partecipazione attiva, sentita e attenta a questa fase di formazione e crescita collettiva.
Credo che come scuola - luogo dove al centro ci sono ragazzi e ragazze - siamo chiamati a fare i conti con quanto è accaduto e con quello che, a tutti, ci sta insegnando».

Luca Cremonesi

 gazzettadimantova 27aprile 2020 coronavirus

 

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