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In un periodo in cui le drammatiche notizie che si susseguono sembrano dimostrare che la violenza è un destino ineluttabile e che la guerra è l’unica via percorribile, all’Istituto “G. Falcone” di Asola, il 4 Ottobre, abbiamo avuto il privilegio di ascoltare e dialogare con Layla Al Sheikh e Robi Damelin, attiviste del “Parents Circle Families Forum”, ONG israelo-palestinese che riunisce famiglie che hanno perso un congiunto nella guerra. Entrambe le donne hanno subito la perdita di un figlio. Qussay, figlio di Layla, è morto per inalazione di gas lacrimogeni scagliati da soldati israeliani che hanno poi impedito per ore ai genitori di raggiungere il vicino ospedale; mentre David, figlio di Robi, per mano di un cecchino palestinese presso un checkpoint.

Il dolore di queste madri, tuttavia, non è diventato desiderio di vendetta, ma si è al contrario trasformato in un percorso di riconciliazione, perché hanno sentito forte il bisogno di impedire che altri sperimentassero lo stesso dolore e per proteggere, come hanno più volte ribadito, le future generazioni da un destino drammatico. Presso il Parents Circle, infatti, guardandosi negli occhi, Israeliani e Palestinesi riconoscono di condividere la stessa sofferenza e vedono nell’altro, non un nemico da odiare, ma l’umano che c’è in ognuno di noi.

Le due donne da anni girano il mondo portando il loro messaggio di pace e speranza e, grazie alla “Rete delle donne in cammino per la pace” (che ringraziamo infinitamente), sono arrivate anche ad Asola, regalandoci un toccante dialogo e il sogno di un futuro che inizia con ognuno di noi. “Se noi che abbiamo pagato il prezzo più alto ci siamo riuscite, allora potete sicuramente farlo anche voi!”, ha detto Robi guardando con sincera fiducia la platea. Ora le loro storie parleranno anche con la voce degli studenti e delle studentesse che le hanno conosciute. Noi ne siamo sicuri. 

La partecipazione emotiva negli incontri preparatori, il silenzio che hanno dimostrato nell'ascolto e il desiderio di condivisione che hanno manifestato urlano ciò di cui i giovani (e non solo) hanno bisogno: parole credibili, fiducia, semplicemente l'Umanità echeggiata più volte nella narrazione di Layla e Robi.

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ROBI Perini MatteoLAYLA E ROBI

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PLATEA

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