Tutti Abbiamo Sangue Rosso è una drammatizzazione autobiografica, ideata e interpretata da quattordici richiedenti asilo. “La rappresentazione è opera loro: prende le mosse dalle loro narrazioni; dagli intrecci che hanno immaginato tra un ricordo e l’altro; da foto, canzoni e musiche che loro stessi hanno suggerito e che magistralmente interpretano”. Tutti abbiamo sangue rosso è insieme percorso ed esito. Percorso, quello del laboratorio etno-biografico narrativo che ha permesso di dar voce all’indicibile e risignificare, non senza fatica, l’esperienza dei richiedenti asilo. Esito, la storia corale di eroi feriti o di ospiti inattesi, in cui dolore e speranza si mescolano, passato e presente si intrecciano, in un susseguirsi di immagini, musica e parole.

“Tutti abbiamo sangue rosso” narra quindi la storia di ospiti inattesi. Una storia che interpella il nostro punto di vista, una storia che smuove le coscienze, una storia che arriva dritta al cuore. In un momento in cui l’immigrazione rappresenta una paura, 14 richiedenti asilo scelgono di far sentire la loro voce. Questa drammatizzazione autobiografica è per loro un modo per riscattarsi, un’occasione per raccontare qualcosa di difficile narrazione; è dare vita ad un lavoro faticoso ma liberatorio di rielaborazione di memorie dolorose, di traumi da distacco, di speranza in un futuro migliore. Questi eroi feriti, proprio come Ulisse, ci chiedono di ascoltare la loro voce che vorrebbe diventare sempre più forte. Ci chiedono di superare le differenze, di abbattere i muri e di esserci l’uno per l’altro. Ci stimolano a pensare che in fondo possiamo decidere noi.